Il calendario del 2014 segna diverse ricorrenze, che, senza dubbio, solleveranno un notevole interesse in ambito storiografico e mediatico.
Senza risalire a epoche remote, duecento anni fa, crollava il regno napoleonico d’Italia, nato nel 1805 e, più in generale, l’Impero fondato dal Côrso l’anno prima: la Francia è invasa, a Parigi tornano i Borbone, papa Pio VII può far rientro a Roma. Ancora, la Grande Guerra, cui dedichiamo di seguito un breve profilo, che coinvolgerà militarmente l’Italia solo un anno dopo, nel maggio del 1915, ma già farà sentire i suoi influssi sulla politica e sulla cultura nei mesi decisivi della neutralità. Infine, in tono minore, i cinquant’anni dalla scomparsa a Jalta, in Unione Sovietica, del leader comunista Palmiro Togliatti (1893); dell’inizio massiccio della guerra americana in Vietnam e della prima enciclica Ecclesiam Suam, del 6 agosto 1964, di papa Paolo VI (1963-1978). E, se vogliamo, anche i centocinquant’anni dell’enciclica di Pio IX (1846-1878) Quanta cura, cui fu annesso il più celebre Sillabo degli errori contemporanei; della Prima Internazionale Comunista. Quanto alle biografie, nel 2014 cade il centenario della morte di papa san Pio X (1903-1914), Giuseppe Sarto (1835), ultimo papa santo prima dei due recenti — Giovanni XXIII (1958-1963) e Giovanni Paolo II (1920-2005) — che stanno per entrare, fra poche settimane, nel canone della Chiesa; del filosofo sociale cattolico Albert de Mun (1841) e del letterato inglese Robert Hugh Benson (1871). Fra le nascite Jean Ousset (1994) e Giorgio Almirante (1988).
Dunque, un anno denso d’impegni per chi non sia indifferente al passato del proprio Paese e degli altri popoli o, anzi, abbia un occhio di riguardo, come si dice, per la memoria. Ovviamente gli eventi e i personaggi che ho menzionato non sono tutti quelli di cui varrà, sulla spinta di una ricorrenza, di riparlare. Ma sono quelli cui la nostra scuola storiografica sarà più attenta e in merito ai quali, sperabilmente, fornirà i suoi contributi .