Il 22 maggio 2007 è scomparso a Genova il fraterno amico e collaboratore della nostra rivista professor Alessandro Massobrio. Di origini piemontesi, era nato nel 1950, si era sposato con Laura, a sua volta insegnante, dalla quale aveva avuto tre figli, due femmine e un maschio. Oltre a loro, lascia anche la mamma, ultraottantenne.
Alessandro insegnava italiano e latino nel Liceo classico e scientifico Martin Luther King, situato nel popolare quartiere di Sturla a Genova. Qui, nella parrocchiale dell’Annunziata, il 24 successivo, sono state celebrate le sue esequie alla presenza di uno straordinario numero di studenti e di professori.
La sua passione per la letteratura e per la storia, oltre che a insegnare, lo portava a far ricerca e, quindi, a scrivere. Il suo impegno sul fronte della pubblicistica si tradusse nella pubblicazione di numerosi volumi di saggistica, ma anche nella divulgazione, con numerosi interventi sulla stampa periodica e quotidiana, anche in occasione di eventi sui quali riteneva opportuna una presa di posizione. Collaborò infatti con Il cittadino. Settimanale cattolico di Genova, con le riviste Studi Cattolici, il Timone, Area e Certamen, con i quotidiani il Giornale, Secolo d’Italia. Quotidiano di Alleanza Nazionale e altre testate minori.
Come saggista ha pubblicato numerosi lavori a sfondo storico, spirituale, letterario, ma anche volumi destinati all’infanzia — per esempio La secchia della discordia. Da La secchia rapita di Alessandro Tassoni, nel 2002, e Don Chisciotte della Mancia di Miguel De Cervantes, narrato ai ragazzi, nel 2005 —, e alla didattica — fra i quali L’arte dello scrivere. Temi svolti per il biennio-area comune.
Fra i primi ricordo Storia della filosofia italiana (1991); Storia della Chiesa a Genova. Dalla fine della repubblica aristocratica ai giorni nostri del 1999 e una storia generale della Chiesa (Storia della Chiesa) del 1997, che avrà diverse edizioni e aggiornamenti, l’ultimo dei quali, del 2005, sarà intitolato Storia della Chiesa da Pietro a Benedetto XVI. Ancora, le biografie Paolo di Tarso, del 2006, e Padre Bonaventura Raschi, il Cavaliere di Maria, del 2003.
Infine, i romanzi Bambinaccius da Genova (1994) e Rotta su Itaca. Il viaggio e le avventure di Ulisse (2000).
Nel 1996 era stato anche collaboratore dell’opera collettanea Voci per un "Dizionario del pensiero forte", curata da Giovanni Cantoni, con una voce sul polemista contro-rivoluzionario francese Antoine de Rivarol.
Ha tradotto anche opere straniere, fra le quali quella di Joseph Bédier, Il romanzo di Tristano e Isotta (1996).
Era membro del Serra Club 184 e dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, nonché Coordinatore per la Liguria della Consulta Etico-Religiosa di Alleanza Nazionale.
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Premetto che, anche per la differente dislocazione, non ero fra i frequentatori più stretti di Alessandro, anche se la stima reciproca e il comune orizzonte culturale ci faceva sentire molti vicini tutte le volte — purtroppo non molte — che ci ritrovavamo.
Lo conobbi anni addietro in montagna, attraverso il comune amico Giovanni Cantoni, che mi segnalò l’abitudine di Alessandro di trascorrere le vacanze estive in Val d’Aosta, per la precisione nella verde Val d’Ayas che si dirama dalla valle della Dora per terminare, scontrandosi quasi, con il massiccio del Monte Rosa. Avendo a mia volta come meta di vacanze nel 2001 proprio Brusson, dove soggiornava l’amico, lo cercai e facemmo conoscenza durante una passeggiata con i nostri familiari.
Mi colpì subito la dolcezza del carattere e la delicatezza con la quale accostava i problemi anche più scottanti, problemi sui quali magari i dissensi — dentro e fuori il medesimo ambiente cattolico-conservatore e genericamente "di destra" che entrambi frequentavamo — erano tutt’altro che soft e si traducevano talora in veementi polemiche.
Ci trovammo d’accordo pressoché su tutto, soprattutto sulla necessità di una azione coordinata di restaurazione culturale, che si traducesse in un ricupero d’identità religiosa e civile nel nostro paese.
Questo impulso all’azione fece sì che il discorso immediatamente dalle sfere intellettuali scendesse nella pratica e si parlasse di progetti di ogni genere: studi da svolgere, libri da pubblicare, articoli da scrivere, persone da contattare per allargare la cerchia.
In quegli anni avevo in mente un semestrale di studi storici, Annali Italiani — che poi in effetti uscì nel 2002 —, che avrebbe dovuto offrire spazio ad autori di orientamento analogo al mio e che si sentissero in sintonia su una comune azione di rivisitazione dell’identità nazionale e, in generale, della cultura rimasta in ombra con il trionfo in Italia della modernità rivoluzionaria e progressista. Studiammo così diverse possibilità di un contributo da parte sua. Esse tuttavia, malauguratamente, non si concretizzarono nei due anni in cui la rivista uscì.
Continuammo a vederci in montagna anche negli anni successivi, fino al 2005, quando, Annali aveva ormai abbandonato la veste su carta per indossare quella attuale, più "economica", di rivista online e di sito di divulgazione storica.
In quella sede, invece, la collaborazione si strinse subito e ricevetti da lui diversi articoli, alcuni dei quali ho pubblicato, altri che sono in via di pubblicazione.
Apprezzavo di lui la nitidezza dello stile e la piacevolezza della prosa, sempre precisa, ma mai pedantemente erudita. Dai suoi scritti e dalle conversazioni che abbiamo avuto traspariva chiaro l’amore per la Chiesa, il desiderio di una condizione civile in cui il dato religioso fosse meno emarginato, la passione per la sua terra, la Liguria, di cui studiava e raccontava la storia: storia di luoghi, ma soprattutto di personaggi, magari poco noti, quelli che avevano illustrato cristianamente la sua città. E anche di una scuola — non alludo al liceo ma al sistema — un po’ meno devastata spiritualmente e psicologicamente di quella in cui si trovava a passare la maggior parte del suo tempo: parlava tuttavia di questo tema sempre con riservatezza e mai con sterili lamentele o invettive. Il compito educativo, infatti, nonostante le difficoltà e le carenze, lo appassionava e, almeno dalla folla di giovani vista ai suoi funerali, non doveva certo essere un "prof." di quelli meno amati dagli studenti.
Alessandro era anche una persona di una non comune umiltà, che non metteva mai avanti i suoi talenti intellettuali al fine conseguire un vantaggio o un traguardo di carriera, ma li "trafficava" silenziosamente per il bene di tutti. Per questo, con una famiglia non piccola visti gli attuali standard — alle quali, oltre che alla mamma, era affettivamente assai legato, peraltro ricambiato —, non viveva negli agi, nonostante le molteplici pubblicazioni. Ma la speranza e la serenità, che trovavano alimento sotto un’attenta direzione spirituale, non lo abbandonavano mai.
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Con lui viene meno in temporalibus un valido miles della battaglia delle idee e un prezioso cooperatore nello sforzo comune per una rinascita della cultura cristiana, almeno di quella di orientamento conservatore.
Mi consola il fatto che quella verità intellettuale che entrambi cercavamo con tanta fatica in speculum è ora stata raggiunta da Alessandro: finalmente, contemplando la bellezza eterna del Verbo, tutto per lui si chiarirà e tutto si spiegherà…
Ci aiuti Alessandro a percorrere dignitosamente quanto manca — poco? tanto? — del cammino che ancora ci spetta e ci ispiri con l’immensa visuale di lassù — ben più ampia di quella che si gode da una Capanna Margherita o da un ghiacciaio del Lyskamm — sempre nuove idee e, soprattutto, rinnovi la nostra volontà e ci dia nuovi stimoli, perché non ci assopiamo mentre la battaglia ancora infuria.
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Bibliografia sommaria
di Alessandro Massobrio (1950-2007)
- L’arte dello scrivere. Temi svolti per il biennio-area comune
, Nuove Edizioni del Giglio, Genova s. d..
- Bambinaccius da Genova
, L’Autore libri, Firenze 1994.
- L’arlecchino
, Bertello, Borgo S[an] Dalmazzo (Cuneo) 1994.
- Storia della filosofia contemporanea, ’800-’900, testo aggiornato secondo le più recenti posizioni critiche
, Nuove Edizioni del Giglio, Genova 1996 (con N. Scialfa).
- Storia della Chiesa
, Newton & Compton, Roma 1997.
- Antoine de Rivarol (1753-1801)
, in IDIS. Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale, Voci per un "Dizionario del Pensiero Forte", Cristianità, Piacenza 1997, pp. 203-208.
- Fasci con le ali. La scala di Giacobbe
, Colors, Genova 1998.
- Miti e leggende del Nord
, apparato didattico a cura di Laura Crovella, Edisco, Torino 1998.
- Storia della Chiesa a Genova. Dalla fine della repubblica aristocratica ai giorni nostri
, De Ferrari e Devega, Genova 1999.
- Rotta su Itaca. Il viaggio e le avventure di Ulisse
, apparato didattico a cura di Laura Crovella, Edisco, Torino 2000.
- La secchia della discordia. Da
La secchia rapita di Alessandro Tassoni, Nuove Edizioni Romane, Roma 2002.
- Storia della Chiesa. Duemila anni di storia attraverso l’evoluzione del cattolicesimo dalle origini ai giorni nostri
, Newton & Compton, Roma 2002.
- Ettore Vernazza. L’apostolo degli incurabili
, prefazione di Gianni Baget Bozzo, Città Nuova, Roma 2002.
- Padre Bonaventura Raschi. Il cavaliere di Maria. Nel centenario della nascita del fondatore della Piccola Città dell’Immacolata del Monte Fasce
, Edizioni Segno, Udine 2003.
- Don Chisciotte della Mancia di Miguel De Cervantes, narrato ai ragazzi da Alessandro Massobrio
, Edisco, Torino 2005.
- Gattocicova
, Caroggio, Arenano (Genova) 2005.
- Giliana: l’asinella dell’Immacolata. In ricordo di Giliana Faglia nel decimo anniversario della sua scomparsa
, Associazione Amici di Padre Raschi, Genova 2005.
- Storia della Chiesa da Pietro a Benedetto XVI
, Newton Compton, Roma 2005.
- Paolo di Tarso
, Messaggero, Padova 2006.
- La "leggenda nera" della Controriforma
, in Rino Cammilleri (a cura di), Piccolo manuale di apologetica 2, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2006.